La stitichezza (o stipsi) è un irritante disturbo funzionale che colpisce prevalentemente le donne e gli anziani e produce un considerevole grado di sofferenza individuale con effetti persino sulle relazioni sociali e lavorative della persona.
Si parla di stitichezza o stipsi quando la defecazione viene ritenuta insufficiente, ossia quando si verificano una o più delle seguenti condizioni:
E’ un disturbo temporaneo che può essere secondario, ad esempio, ad interventi chirurgici, che obbligano all’immobilizzazione forzata, a malattie acute, o anche, semplicemente, ad un lungo viaggio.
Una volta superato il momento contingente, la stitichezza si risolve solitamente in breve tempo.
Viene definita cronica quando non dipende da altre cause patologiche che devono essere indagate dal medico ed è generalmente legata a diverse condizioni, fra cui:
Queste condizioni possono inoltre essere aggravate dalla concomitante presenza di emorroidi o ragadi anali, che aggravano ulteriormente la stitichezza.
L’osteopatia rappresenta un valido aiuto per risolvere questo disturbo andando a lavorare sugli organi viscerali attraverso tecniche non invasive.
Innanzitutto esegue un’anamnesi iniziale che consente di determinare le origini di stitichezza, che può essere una conseguenza di diversi fattori, per esempio legati alla mobilità del diaframma o a degli evidenti errori alimentari, o ad una cicatrice pregressa, ad aderenze post operatorie; problemi di mobilità intestinale; una condizione di squilibrio psico-fisico o di iper o ipo-stimolazione nervosa della peristalsi o, ancora un blocco articolare del bacino o della colonna vertebrale.
Una volta individuata la causa della stipsi l’osteopatia si avvale di manipolazioni viscerali per andare a trattare al meglio il disturbo.
Il fine di una manipolazioni viscerale è quello di ripristinare sia la motilità (possibilità dell’organo stesso di muoversi) che la mobilità ( movimento dei visceri in risposta al movimento volontario o al movimento del diaframma nella respirazione) di un organo attraverso tecniche molto dolci applicando una forza manuale leggera, eliminando così restrizioni presenti nella zona trattata.
A causa della natura delicata e spesso molto reattiva dei tessuti viscerali , una forza lieve e precisa garantisce i migliori risultati.
Con l’aiuto di queste tecniche è quindi possibile ripristinare la funzione di un organo ristabilendone il movimento caratteristico non forzando mai la correzione, ma lasciando che sia il corpo stesso ad apportare l’autocorrezione necessaria.
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